Eppure c’é una parte della popolazione che diserta le sedi elettorali ed é diventata, col passare degli anni, numericamente e in modo preoccupante molto significativa. Egoisticamente poco attenta alle problematiche che si presentano nella vita sociale o nauseata dalle pratiche della politica per risolverle, ritiene del tutto inutile palesare il proprio pensiero ed esprimere il proprio consenso.
Tanto non sarà il mio voto che cambierà le cose…..dicono -.
C’è un’altra parte, molto ma molto meno numerosa ma, inconsapevolmente, potente e decisiva. Cronici nullafacenti, diseredati vissuti sempre ai margini della società, giovani alla ricerca di una qualsiasi occupazione, lucidi opportunisti che, accettando qualche moneta, sono in grado di condizionare la vita pubblica facendo convergere le scelte su persone sconosciute ai più ma capaci di sporcare tutto ciò che toccano, senza particolari doti se non la spregiudicatezza e la vocazione ad impadronirsi del potere per esercitarlo nel peggiore dei modi.
– Tanto non sarà il mio voto che cambierà le cose…..dicono –.
La parte rimanente, la più numerosa ma, sempre più spesso, appena sufficiente a superare di poco la metà degli aventi diritto al voto, concede la propria preziosa preferenza per familismo, nepotismo, amicizia o clientelismi di vario genere, pochi quelli virtuosi e perfettamente legali, mossi da stima o
acclarate virtù e competenze, molti quelli moralmente e socialmente riprovevoli.
E’ questa la democrazia ?? Siamo sicuri che in questo modo si scelgono sempre i migliori ?
Tanto non sarà il mio voto che cambierà le cose, é un concetto ormai così radicato da aver banalizzato in modo irreversibile l’istituto del voto di preferenza ?? In dittatura il voto non conta nulla perché é stato estorto, le coscienze manipolate, le menti plagiate ma in democrazia il voto é segreto, custodito nell’urna, é l’espressione del pensiero, é l’emblema della libertà. Occorre risvegliare le menti da quel torpore cui ci porta l’abitudine a delegare ad altri e pretendere poi di avere il diritto di giudicare, di criticare e il potere del pollice verso e relativa crocifissione. Non possiamo più fare a meno della maggioranza silenziosa dei non votanti che non dovendo chiedere favori e non avendo nessuno da compiacere possono rompere gli schemi precostituiti che hanno da sempre consentito alle minoranze di decidere per tutti.
In fede
Alfonso Colacchio
Torremaggiore 08/04/2024
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