L’11 aprile 2021 è venuta a mancare la vedova del Prof. Nicola Bellantuono, la sig.ra Giuditta Poli. Aveva 98 anni. Questa dipartita è avvenuta a poche ore dal decennale che ricorre per ricordare suo marito il noto medico galantuomo Prof. Nicola Bellantuono deceduto il 13 aprile 2011. Questo il cordoglio del primo cittadino di Torremaggiore: “Questa mattina la nostra cittadina darà l’ultimo saluto ad una donna dedita al prossimo insieme al suo amato compagno di vita, il nostro caro ed illustre Professore Bellantuono. Una grande donna al fianco di un grande uomo. Giuditta Poli è stata, insieme al marito, una figura davvero preziosa per molti cittadini che hanno beneficiato del grande cuore che ha sempre contraddistinto questa coppia. Alla famiglia il nostro cordoglio.”
Il 13 aprile 2021 ricorre il decimo anniversario della dipartita del Prof. Nicola Bellantuono, avvenuta il 13 aprile 2011. Precisamente il medico galantuomo è tornato alla casa del Padre nella notte tra il 12 ed il 13 aprile del 2011. Fu chirurgo, uomo di scienza e rettitudine morale, nonché Primario del Reparto di Chirurgia Generale e Direttore Sanitario dell’Ospedale “San Giacomo” di Torremaggiore. E’ stato anche libero docente universitario. Fu anche figlio spirituale di Padre Pio. Operò negli ultimi anni di vita presso la Clinica San Francesco di Foggia e fu tra l’altro Libero Docente in Patologia Speciale Chirurgica presso l’Università di Napoli, Specialista in Chirurgia Generale, Specialista in Chirurgia Vascolare, Specialista in Urologia e già Primario di Chirurgia e Direttore Sanitario nel nostro glorisoso Ospedale San Giacomo. Affinchè il ricordo sia sempre vivo, commemoriamo questo nostro concittadino illustre. Non risultano ad oggi commemorazioni ufficiali effettuate a Torremaggiore per ricordare questo illustre figlio. In occasione dell’ anniversario della dipartita del Prof. Nicola Bellantuono lo Staff di Torremaggiore.Com ripropone il ricordo del Dott. Walter Scudero, suo strettissimo anestesista nelle sale operatorie dell’Ospedale San Giacomo di Torremaggiore (Fg).
IL PROF. NICOLA BELLANTUONO UN MAESTRO E UN ESEMPIO – il ricordo del dott. Walter Scudero
E’ con questa frase autografa e densa di significato, appartenente agli scritti del Prof. Nicola Bellantuono, che voglio iniziare questa mia breve memoria su di lui. Oggi è il 13 aprile, e sono ormai trascorsi dieci anni dacché egli non è più.
Caro Professore! … Fui accanto a lui, come anestesista, per 16 anni: dal 1976 sino al 1992, anno dopo il quale egli lasciò il San Giacomo di Torremaggiore. Rammento ch’ero solito dire di lui che la sua semplicità, la sua modestia e la sua inerme e sorridente affabilità – che conquistavano chiunque lo avvicinasse mentre, nel contempo, destavano, nei suoi confronti, un atteggiamento riverenziale di cui egli si schermiva – erano assimilabili a quelle di un bimbo, ma, come chirurgo, al tavolo operatorio, pur non venendo meno, tali doti acquisivano, come d’incanto, per perizia, intuito, coraggio decisionale ed alta professionalità, un aspetto nettamente superiore, un carattere ed una forza tali che, scherzosamente io le assimilavo a quelle proprie di un mitico e benefico … drago.
Nei miei ricordi, lo rivedo, nei momenti più difficili di sala operatoria – di quelli che avrebbero convinto altri a desistere – appartarsi per qualche attimo presso la piccola finestra interna della sala attigua, orientata sul tabernacolo della sottostante cappella ospedaliera di Santa Maria degli Angeli, e poi tornare, motivato più di prima, a riprendere alacremente il suo lavoro. Nelle lunghe notti trascorse assieme, talvolta, in sala operatoria, accadeva che, terminati gli interventi presso l’alba, prendendo assieme un caffè (per lui sempre allungato e piuttosto scarso …), egli fosse più disponibile del solito, vincendo la sua naturale riservatezza, a narrare a noi giovani colleghi, di alcuni episodi della sua vita accanto a Padre Pio. E ricordo, fra l’altro, che ci riferiva come fosse stato proprio Lui, suo padre spirituale, a consigliargli, quando gli si era rivolto per avere il suo parere circa la specialità da intraprendere dopo la laurea, di diventare chirurgo; il Frate gli aveva detto: “Fa’ quella specializzazione dove devi usare bene le mani”, intendendo appunto la Chirurgia: da χείρ (chéir) = mano ed ἔργον (érgon) = opera. E tutti riconoscevano, al Professore, che dietro quelle sue mani esperte ed instancabili, vi fosse il Padre. Alle volte, la sua modestia, pur non disgiunta da una caparbia volitività nell’operare il bene, poteva apparire, a chi non avesse ancora imparato a conoscerlo, addirittura disarmante. Ricordo, in proposito, che, quando, dovendo iniziare la mia attività ospedaliera presso il Servizio di Anestesia e Rianimazione, andai a trovarlo, essendo egli direttore sanitario del nostro nosocomio, mi accolse con gioia: “ Di anestesisti ve n’è grande bisogno” mi disse, e poi, soggiunse: “Io non riuscirei a svolgere tale specialità, essa può far vivere, in chi la espleta, momenti di grande preoccupazione … Ma tu, fa’ come me, nei momenti bui confida sempre nel Signore”. E queste affermazioni, venendomi da un Chirugo con la ‘C’ maiuscola qual era lui, suscitarono in me un vero disorientamento; fu il primo grande esempio ed insegnamento di modestia che egli, inconsapevolmente, nella sua limpida sincerità, mi diede, e viepiù considerando come, per un giovane medico quale io ero allora, il suo porsi così franco ed aperto, m’appariva di assoluta unicità ove confrontato con la supponenza di altri colleghi che mai si sarebbero sognati di parlarmi così.
Tanto in ospedale che anche, in seguito, frequentandolo assiduamente, ebbi poi modo di attingere alla sua fede fervente ed alla sua alta spiritualità, in vari momenti, felici o difficili, della mia vita, mostrandomisi egli padre, fratello, amico. Pur esulando dall’esaltare le sue luminose capacità professionali e le doti naturali, proprie della sua condotta integerrima ed adamantina di galantuomo, aspetti unanimemente noti ed apprezzati, avrei tanto ma tanto ancora da narrare del Prof. Bellantuono, come, ad esempio, di quella volta – era il marzo del 1983 – che un paziente adolescente, nella immediata fase post-operatoria di una peritonite generalizzata da appendicite acuta perforata, trattata tecnicamente senza particolari problemi sotto il profilo chirurgico e anestesiologico, presentò una grave triplice complicanza: emoperitoneo, ittero e melena, inattesi quanto, francamente, sproporzionati al caso. L’emoperitoneo impose la riapertura della cavità addominale, che non evidenziò una fonte certa di emorragia, se non delle soffusioni emorragiche che vennero opportunamente trattate. A 7 ore dal reintervento, comparve ittero ingravescente che, trattato con terapia di sostegno, regredì. Dopo 72 ore dall’ittero si ebbe la comparsa della melena. Nel corso del trattamento di quest’ultima, imputabile ad una gastrite erosiva disseminata (verosimilmente da duplice stress operatorio in adolescente), il paziente versava ormai in condizioni precarie. Alle ore 4 di mattina, al suo capezzale, c’eravamo un po’ tutti: chirurghi, anestesisti, clinici medici, radiologi, analisti, infermieri. Il caso si orientava al peggio … Il Professore, particolarmente provato, aveva, nel viso quell’espressione che altre volte gli avevo osservato nelle occasioni disperate. Fu allora che lo vedemmo dirigersi dal reparto alla sala operatoria; noi, i più vicini a lui, sapevamo bene dove fosse diretto … alla finestrella sul tabernacolo.
Tornò, dopo circa mezz’ora, ed aveva – era strano a dirsi, considerando la circostanza – il viso sorridente. Ci disse, ricordo, lasciandoci esterrefatti: “Non preoccupiamoci, il caso s’è già risolto”. E fu ciò che avvenne: in poche ore, nel corso del mattino successivo, il caso si risolse. Sia ben chiaro, non intendo dire ch’egli operò, in quell’occasione, un miracolo; lui ci metteva la preghiera e la fede e vi era Chi … un miracolo, poteva operarlo …
Oggi, in particolare, nell’attuale circostanza della pandemia di coronavirus che stiamo vivendo, questo esempio di fedeltà cristiana che, a volte, richiede un ‘salto nel buio’, ci sarebbe quanto mai d’aiuto, ove decidessimo di seguirlo.
Soprattutto a riguardo della sua spiritualità e della sua forte tempra di credente e di mistico, potrei richiamare alla memoria e narrare, del Prof. Bellantuono, non pochi episodi, ma non sarebbe questa la sede; anzi, conoscendolo bene, penso ch’egli neppure lo vorrebbe. Per l’affetto intramontabile che mi lega a lui, aprirò lo ‘scrigno’ dei miei ricordi a tempo debito … quando ciò potrà essere messo al servizio di un … grande fine …
Walter Scudero – 13 aprile 2020
In occasione del decimo anniversario della dipartita di un figlio illustre di Torremaggiore che tanto ha dato alla Sua comunità e all’Ospedale Civile San Giacomo, pubblichiamo questo raro filmato del 1996 realizzato alla Clinica San Francesco di Foggia Città durante una operazione chirurgica di appendicite. Nel filmato opera in prima persona il Prof. Nicola Bellantuono coadiuvato dall’aiuto chirurgo dott. Ottavio Battista e dal responsabile infermieristico di sala operatoria Luigi Acquafresca. Il Prof. Bellantuono andò in pensione nel 1992 e dal 1993 al 2009 operò presso la Clinica Privata San Francesco del capoluogo dauno. Lo Staff di Torremaggiore.Com ringrazia sentitamente Luigi Acquafresca per aver trovato questo raro filmato per dare maggiore visibilità a questo illustre figlio di Torremaggiore.
M.A.