18 aprile 2020: settantadue anni fa le prime elezioni politiche della Repubblica Italiana, trionfò la DC su scala Italia mentre a Torremaggiore vinse il Fronte delle Sinistre

di Michele Antonucci

18/04/1948 – 18/04/2020 – Sono passati settantadue anni dalle prime elezioni politiche della Repubblica Italiana, era il 18 aprile 1948. Ai seggi si recarono il 92% degli italiani, quasi 27 milioni di persone e il responso delle urne fu netto: il 48,5% ( 12.741.299 di voti) degli Italiani votò per il partito cattolico Democrazia Cristiana, il Fronte Democratico Popolare ( PCI-PSI) conseguì il 31% dei consensi con 8.151.529 voti, a seguire l’Unità Socialista di Giuseppe Saragat con 1.858.346 con il 7,1% dei consensi e il Blocco Nazionale con 1.004.889 voti con il 3,8% dei consensi.

Ma quali erano gli schieramenti e chi erano i protagonisti? Il primo schieramento centrista era capeggiato da Alcide De Gasperi per la Democrazia Cristiana. Gli avversari erano le sinistre unite sotto il Fronte democratico popolare, ovvero una federazione di partiti di sinistra rappresentata dal Partito comunista e da quello socialista (che alle elezioni raccolse il 31% dei voti) con Palmiro Togliatti e Pietro Nenni. Il Fdp fu creato il 23 gennaio 1948; nel logo della coalizione era ben evidente il ritratto di Giuseppe Garibaldi.

De Gasperì – Togliatti – Nenni
Il giornalista e commediografo Guglielmo Giannini
fondatore del Fronte dell’Uomo Qualunque



I protagonisti furono Alcide De Gasperi (Dc), Palmiro Togliatti (Pci) , Pietro Nenni (Psi) e Guglielmo Giannini (Fronte Uomo Qualunque). La tensione era alle stelle, perché quel voto di fatto avrebbe comportato l’adesione ad uno dei due schieramenti politici internazionali. Quello democratico statunitense, del mercato libero da una parte e quello sovietico dell’economia pianificata dell’URSS capeggiata dal leader Stalin che di tutto era sinonimo meno che di democrazia. L’Unione Sovietica si reggeva su un regime totalitario, non diverso da quello nazista e fascista. Veniva minacciata la libertà ( anche religiosa) dei popoli che si trovavano nella sua area di influenza.

Bruciante fu la sconfitta dei due partiti di sinistra che ottenendo il 31% avevano perso molti consensi rispetto al 40% del 1946 quantificabili in un milione di voti. Il vero sconfitto fu il PSI di Nenni che vedeva la sua rappresentanza parlamentare di fatto dimezzata, essendosi identificata troppo con il PCI togliattiano filo-URSS. Da questa fase partì l’egemonia della DC che durò fino a gennaio del 1994.

L’Istituto Don Sturzo commenta così l’esito di queste elezioni: ” Con le elezioni del 1948 la Dc riceveva una sorta di legittimazione da parte dell’elettorato nel ruolo di tutela del sistema democratico parlamentare. La funzione di diga nei confronti del pericolo comunista, di cui il partito venne investito il 18 aprile, le rimase addosso a lungo, per molti decenni, fino al crollo del comunismo alla fine degli anni ’80. Si può affermare che le elezioni del 1948 segnano l’avvio di un quadro politico destinato a durare a lungo. “

L’ ESITO DELLE URNE A TORREMAGGIORE NELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 1948 FU COMPLETAMENTE DIVERSO RISPETTO ALLO SCENARIO NAZIONALE

Nella nostra Torremaggiore il 18/04/1948 su 9.893 elettori complessivi ne votarono 9.494 con una percentuale del 95,97% con questo esito totalmente in controtendenza rispetto al dato nazionale: 4.956 voti andarono al Fronte democratico popolare delle sinistre comuniste e socialiste con una percentuale pari al 52 ,70%. Al secondo posto si classificò la coalizione di centrodestra denominata Blocco Nazionale ( comprendeva il Fronte dell’Uomo Qualunque di Giannini, l’Unione della Ricostruzione e il PLI – Partito Liberale Italiano) con 2.384 voti registrò una percentuale del 25,35%. Terza classificata la DC con 1.860 voti pari al 19,78%, quarto il PRI ( Partito Repubblicano Italiano) con 53 voti pari allo 0,56% e quinto il MSI ( Movimento Sociale Italiano) con 48 voti pari allo 0,51%. Al sesto posto si classificò l’Unita Socialista di Giuseppe Saragat con 43 voti e con una percentuale di consenso pari allo 0,46%.

CURIOSITA’ SULLA CAMPAGNA ELETTORALE DELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 1948 A TORREMAGGIORE, UNA PILLOLA DI STORIA LOCALE

Durante la campagna elettorale per le elezioni poliche del 18/04/1948 a Torremaggiore fu svolta in questo modo dalle tre coalizioni più grandi ( Fronte Democratico Popolare – PCI -PSI), Blocco Nazionale ( comprendeva il Fronte dell’Uomo Qualunque di Giannini, l’Unione della Ricostruzione e il PLI – Partito Liberale Italiano) e DC.
Già dal 1943 molti torremaggioresi che si erano schierati apertamente con Benito Mussolini durante il ventennio attuarono un trasformismo schierandosi a favore del PCI e del PSI . La partecipazione alla vita politica fu totale da parte della cittadinanza e lo dimostra l’altissimo tasso di affluenza pari al 96%, percentuale mai più raggiunta.

FDP ( Fronte Democratico Popolare – PCI -PSI) – COALIZIONE DI SINISTRA

Il Sindaco Prof. Michele Cammisa nel 1956 dopo il voto delle elezioni amministrative –
fonte fontanari torremaggioresi.com
Foto del 1956 – vittoria del PCI – NON CI SONO ALTRE FOTO DEL 1948 –

Nella coalizione della sinistra locale i comizi avvenivano alle ore 20, i militanti già dalle ore 19.00 effettuavano il giro delle strade cittadine cantando “Bandiera Rossa” e “Bella Ciao” a ripetizione e riadattando l’inno centrista Biancofiore a proprio piacimento per ridicolizzare gli avversari democristiani oltre ad utilizzare soprannomi ai leader locali dei due schieramenti concorrenti.
Durante i comizi prendevano la parola in quota PCI Pasquale Ricciardelli, il sindaco Prof. Michele Cammisa, Peppino De Vito, il sanseverese Luigi Allegato ( eletto successivamente sia alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica con il PCI ) ed il socialista Rocco Monteleone.
L’asse di sinistra aveva un sistema organizzativo molto efficiente nella ricerca dei voti per le elezioni, avevano dei capi cellula in ogni strada di Torremaggiore per avere tutto sotto controllo. Quando i leader degli schieramenti avversari rientravano nelle proprie abitazioni venivano seguiti a distanza da esponenti della sinistra comunista torremaggiorese. Difatti i rappresentanti locali del Blocco Nazionale e della DC non rientravano mai da soli nelle loro case per non rischiare episodi di aggressione fisica. Ci furono anche atti di squadrismo rosso a danno di molti commercianti locali ai quali veniva intimato di votare il Fronte Democratico Popolare per non avere ripercussioni sulla propria attività, non mancarono altresì epidosi di estremisti fanatici rossi che imponevano la chiusura anticipata dell’attività commerciale ai poveri malcapitati. Le masse proletarie avevano le proprie ragioni a denunciare le durissime condizioni dei braccianti e degli agricoltori nei campi ma da tutto ciò ne conseguì una invidia sociale forte contro i capitalisti e quindi contro chiunque aveva una situazione sociale migliore. Molti di loro erano ridotti letteralmente alla fame, lo sfruttamento da parte dei proprietari terrieri era una piaga più viva che mai. L’economia agraria del Mezzogiorno era fondata su un sistema sostanzialmente feudale, di sfruttamento delle masse bracciantili, e già dal 1947 si erano avviate lotte agrarie che proseguirono fino agli inizi degli anni cinquanta. Era questo il contesto nel quale ci furono le elezioni politiche, le prime dell’Italia repubblicana.


BLOCCO NAZIONALE ( comprendeva il Fronte dell’Uomo Qualunque di Giannini, l’Unione della Ricostruzione e il PLI – Partito Liberale Italiano) coalizione di centrodestra

Nella coalizione del Blocco Nazionale i comizi avvenivano nei pressi della Piazza Raimondo De Sangro a due passi dal Castello Ducale De Sangro anche a tarda serata. A supporto di questa coalizione intervenivano l’Avv. Elio Antonucci, l’Avv. Dino Marinelli, il dott. Silvio Scudero, l’Avv. Vincenzo Lamedica ( liberale, espressione del PLI e candidato alla Camera dei Deputati, non fu eletto) e l’affluenza era elevatissima.
L’Avv. Elio Antonucci era molto apprezzato dalle folle e temuto dalle sinistre; durante i comizi la sua grande ed elegante capacità oratoria gli permetteva, con una sola battuta, di mettere in ridicolo il discorso degli avversari politici. Più volte il leader del Fronte dell’Uomo Qualunque, Guglielmo Gianni venne a Torremaggiore ed intervenenne ai comizi nel mese di febbraio,marzo ed aprile del 1948. Duri attacchi verbali ricevevano i leader locali di questa coalizione dai militanti locali di sinistra e nello specifico il liberale Avv. Vincenzo Lamedica fu oggetto con grande frequenza sotto la sua abitazione di ronde rosse che schiamazzavano con insistenza : Avvucc, scign tu che è nghianà j!Avvocato scendi dal tuo agio perchè devo prendere il tuo posto. Episodi di evidente odio ed invidia sociale contro i professionisti del luogo schierati politicamente nelle coalizioni concorrenti figli di uno squadrismo rosso che già dal 1943 anche a Torremaggiore era molto attivo.
Va ricordato che in questa fase storica c’era una evidente povertà dilagante , una ignoranza diffusa figlia della mancata istruzione ed un odio sociale che veniva inneggiato continuamente dai leader politici di sinistra su scala nazionale, riprodotto anche su scala locale con effetti ben evidenti. Con la persistente visione della demonizzazione dell’avversario contro gli esponenti del Blocco Nazionale, le squadre rosse di notte nell’ultimo mese dal voto disegnarono delle bare sui portoni e sui muri adiacenti le abitazioni private degli esponenti locali di questa coalizione e della DC. Questo era il clima a Torremaggiore nel primo trimestre del 1948.

-Seconda metà degli anni Quaranta del XX secolo -Corso Vittorio Emanuele a Torremaggiore –
il palazzo sul lato destro era l’abitazione dell’Avv. Vincenzo Lamedica, oggetto di aggressioni verbali dai comunisti torremaggioresi – Fonte foto Fontanari Torremaggioresi.com
Tra i primi atti della Giunta PCI capeggiata dal sindaco Prof. Michele Cammisa ci fu la cancellazione delle tre principali vie intestate ai Savoia: Corso Vittorio Emanuele II ridenominato Corso Giacomo Matteotti, Corso Carlo Alberto ridenominato in Via della Costituente e Piazza Regina Margherita di Savoia ridenominata Piazza Antonio Gramsci
Guglielmo Giannini – leader dei Qualunquisti




DEMOCRAZIA CRISTIANA

La DC non aveva grande rappresentanza su scala locale nel 1948, tranne qualche famiglia benestante che fece venire per i comizi l’Avv. Raffaele Recca dalla vicina San Severo, eletto alla Camera dei Deputati più volte. Venne anche l’on. Aldo Moro ( già deputato dal 1946) ad effettuare molti comizi presso Piazza Giuseppe Mazzini, parlando dal balcone della casa dell’Avv. De Pasquale alla sinistra direzionale della Chiesa del Carmine. Durante questi comizi i comunisti torremaggioresi fischiarono ripetutamente l’on. Moro durante l’esposizione del suo intervento ma il noto politico democristiano riuscì a proseguire ancora per una durata di circa due ore. Un grande sostegno alla DC venne dalle associazioni cattoliche e dalla Chiesa locale per evitare l’avanzata rossa.

Non ci sono purtroppo foto locali di questa importante anno della storia repubblicana della nostra città, chi negli archivi personali e di famiglia trova materiale rilevante e vuole inviarlo può farlo inviando tutto tramite e-mail

La pillola di storia lcoale sul focus delle elezioni politiche del 1948 è stata realizzata grazie alla elaborazione su svariate testimonianze.
Si ringrazia il sig. Felice Lamedica per la particolarità di molti dettagli che ci è stata comunicata.
Si ringrazia per la concessione fotografica il dott. Giovanni Cammisa per la foto con la folla gremita durante un comizio della campagna elettorale del 1948.
Si ringrazia il sig. Fulvio De Cesare, curatore del sito dedicato al giornalista torremaggiorese Severino Carlucci per le foto del PCI.