Oggi,16 Marzo, ricorre il 46° Anniversario dell’eccidio di Via Fani, a Roma, dove furono barbaramente uccisi, in un agguato terroristico, gli uomini della scorta dell’On.Aldo Moro, anch’egli rapito e successivamente, dopo un lungo calvario, ucciso e fatto ritrovare il suo corpo il 9 Maggio dello stesso anno in Via Caetani; tre poliziotti e due carabinieri: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino, caduti innocenti nell’adempimento del proprio dovere ad opera delle Brigate Rosse, nel loro delirio di destabilizzare l’ordine democratico del nostro Paese. Una strage che ha lasciato sgomento il mondo intero e che ha influito, negativamente, sulle vicende future della politica italiana; una ferita gravissima alla nostra giovane democrazia che ha cambiato il corso della storia democratica dell’Italia e che, oggi, abbiamo il dovere di ricordare a noi stessi ed in particolare alle nuove generazioni. Con la morte di Moro si privava il nostro Paese e l’Europa di un grande Statista, un uomo di impareggiabile cultura politica ed istituzionale, colto e saggio, cattolico coerente, competente ed illuminato,che sapeva rappresentare i valori cristiani, etici e morali, all’interno delle Istituzioni, salvaguardando gli inalienabili principi di laicità dello Stato, sanciti dalla nostra Costituzione repubblicana ed anche all’interno del suo Partito di appartenenza, la Democrazia Cristiana, di cui era Presidente. Aldo Moro era uno Statista con una chiara e lungimirante visione del futuro del Paese e dell’Europa, delle complessità e difficoltà che ci attendevano e quindi della necessità di superare gli inutili steccati e pregiudizi ideologici e chiamare alla collaborazione attiva tutte le forze democratiche per rafforzare la democrazia e le libertà, realizzare una serie di riforme strutturali di cui il Paese ha tuttora bisogno, senza, tuttavia, mai rinunciare alle proprie identità, cultura ed autonomia, ancorati sempre ai principi fondanti della nostra Costituzione. Egli è ancora oggi un esempio da imitare per tutti i rappresentanti delle Istituzioni e coloro che hanno responsabilità di Governo, perché si superino i vari sovranismi e populismi e si affrontino i reali problemi di vita delle Comunità amministrate, alla luce della complicata e difficile situazione geopolitica che stiamo vivendo in questo delicato periodo storico, laddove vi è il concreto rischio di una guerra da scongiurare, dopo 70 anni pace e di progresso. Personalmente, da giovanissimo militante della Democrazia Cristiana, ho avuto l’onore ed il pregio di conoscere l’On. Aldo Moro, ascoltarlo e conversare con lui e ricordo con grande commozione questo importante uomo di Stato che contribui alla storia del nostro Paese ed a cui dobbiamo tutti essere molto riconoscenti.
Torremaggiore lì 16 marzo 2024
Alcide Di Pumpo
già sindaco di Torremaggiore ( eletto due volte nel 2002 – con il 54,94% e 5.995 voti al primo turno – e nel 2005 con 5.330 voti al secondo turno con il 53,87%).
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