Martedì 10 maggio 2022 quarto appuntamento con la nuova rubrica denominata Psycholab che prevede un confronto con il dott. Alessio Prencipe ( Libero Professionista Psicologo) su tematiche che ci riguardano. Oggi si parla dell’incremento dei casi associati alla sindrome di Otello, come si riconosce?

Sindrome di Otello: come si riconosce?
La sindrome di Otello è una forma di gelosia cieca ed estrema. Gli individui che ne sono affetti si caratterizzano per un approccio delirante, paranoico e ossessivo. Queste persone sono assolutamente convinte dell’infedeltà del proprio partner. Esattamente come descrive William Shakespeare nei suoi scritti. L’ossessione compulsiva è causa di un delirio persistente nei confronti del partner. L’eccessiva sospettosità induce i soggetti a trarre conclusioni errate.
Come mai è così diffusa?
Noi come umani siamo diventati molto diffidenti e non ci fidiamo del prossimo. Questo aumenta l’insicurezza; le occasioni per mettere in atto le condotte di infedeltà sono aumentate ma non è questa la causa. Tutto nasce da un disagio di fondo che ha messo a dura prova l’equilibrio personale e non si è capaci a gestire lo stress. Ecco perchè dopo si sfocia nella paranoia più assurda ed incredibile per il partner vittima. L’aggressività pertanto è figlia di tutte queste dinamiche.
Cosa fare concretamente se cominciano ad esserci questi segnali di diffidenza ?
Chiedere aiuto. La sindrome di Otello porta ad una escalation di deliri che sfociano in aggressività e allucinazioni. Si necessita un percorso per ristabilire l’equilibrio perduto da effettuare con uno specialista.
Che tipo di sensibilizzazione può essere possibile effettuare nelle scuole su questo tema ?
Loro ci insegnano molto anche sull’uguaglianza di genere. Iniziare da piccoli ad evitare lo scontro maschi contro femmine, ma soprattutto non avere pregiudizi e fidarsi dei nostri interlocutori. Dobbiamo imparare pertanto dai bambini su questo aspetto, loro sono di gran lunga più avanti.
CONTATTA IL dott. Alessio Prencipe ( Libero Professionista Psicologo) tramite e@mail