Foggia Calcio: il terzo gradito ritorno di mister Zeman

Ci sono certe relazioni che vanno oltre gli obblighi professionali, e si allargano a sentimenti quali affetto, riconoscenza, rispetto. Questo è il caso del rapporto fra Zdenek Zeman e la piazza di Foggia, intesa come tifoseria e movimento calcistico intero. Un rapporto che si fonda appunto su valori che vanno oltre il nero su bianco del contratto di un anno che il tecnico nato a Praga ha firmato quest’anno legandosi ai rossoneri per la quarta volta nella sua carriera.

Come dicevamo sono stati quattro in totale i contratti depositati dal Foggia con la firma di Zdenek Zeman negli ultimi 35 anni, ma nella mente e nel cuore di tutti i tifosi foggiani ma anche italiani resta sicuramente memorabile la cavalcata del 1990-91. Il termine “zemanlandia” nasceva proprio allo stadio Pino Zaccheria, a simboleggiare un progetto senza eguali, con una squadra capace di stravincere il campionato di B, tornare in A dopo tredici anni ed essere protagonista anche nel massimo campionato. L’esperienza del 2010 alla guida del Foggia non era stata eccezionale e per mancanza di risultati aveva lasciato dopo appena un anno e un sesto posto in B. Ma in quell’anno aveva comunque fatto in tempo a lanciare Vasco Regini e Moussa Koné e a cominciare a plasmare il talento di Lorenzo Insigne che incontrerà l’anno successivo al Pescara.

Estremamente dotato a lavorare con i giovani, a formarli, a trarne il meglio, ma anche a individuarli e all’occorrenza a cambiarne il ruolo: così come confermava anche il difensore del PSG Marquinhos nel 2013 dicendo che il tecnico aveva creduto in lui nonostante fosse un ragazzino sconosciuto all’epoca. Emblematica altresì la presenza con il ruolo di protagonisti di Insigne, Immobile e Verratti in una nazionale italiana che al 24 giugno è vista a quota 7,00 per la vittoria degli Europei secondo Betway. Indubbie le qualità dei tre calciatori azzurri, ma tutti e tre gli atleti non hanno mai nascosto l’enorme crescita fatta quando al Delfino Pescara con sponsor Erreà con Zeman in panchina facevano innamorare l’Italia intera. A fine stagione, ottenuta la promozione in A con gli abruzzesi, Verratti passava al PSG senza neanche mai esordire nella Serie A italiana, a dimostrazione di quanto il centrocampista fosse già pronto e preparato per un grande palcoscenico.

Il lancio di tanti campioni, soprattutto in attacco e centrocampo

Una delle qualità principali di mister Zeman è riuscire a trarre il massimo in particolare dai propri centravanti. Con lui hanno raggiunto quote realizzative importanti anche calciatori non propriamente abituati al goal come Vignaroli, 20 reti in B con la Salernitana, e Marco Sau stessi goal sempre in B, ma al Foggia. Verratti, Insigne e Immobile sarebbero forse in ogni caso giunti in grandi club e col tempo avrebbero comunque partecipato a grandi competizioni, ma forse mister Zeman ha dato un’accelerata decisiva alle loro carriere, in particolare a quella del mediano ora al PSG.

Dai suoi consigli sono passati anche campioni come Francesco Totti, Giuseppe Signori, Ciccio Baiano che hanno indossato ripetutamente la maglia della nazionale italiana, ma la lista continua con Marco Di Vaio, Mirko Vucinic e anche Salvatore Schillaci per i più “Totò”. Molti non ricorderanno infatti che nella stagione calcistica di B ‘88-‘89 Schillaci vinceva la classifica marcatori del campionato cadetto con la maglia del Messina realizzando 23 reti, la qual cosa gli valeva la chiamata della Juventus come affermerà lo stesso centravanti siciliano in un’intervista, dove sottolineerà anche che Zeman è stato il tecnico più severo incontrato durante la sua carriera, Giovanni Trapattoni incluso.

Ciò che si deve riconoscere all’allenatore di Praga, che il dodici maggio 2021 ha compiuto 74 anni, è l’autenticità che lo contraddistingue nel bene e nel male. Difatti un personaggio come il boemo divide le piazze: o lo si ama o lo si “odia”, la relazione con Zeman non conosce mezze misure, e lo sa bene Foggia che riabbraccia uno che farà parte della città per sempre. Zeman è un personaggio che fa bene allo sport e ai giovani, è un tecnico che non ossessiona con i risultati, seppur ne abbia raggiunti diversi in carriera soprattutto dove è riuscito a instaurare un feeling con la tifoseria, cosa fondamentale per il boemo per esprimersi al meglio e in libertà.