Il 13 aprile 2011 veniva a mancare il Prof Nicola Bellantuono, Torremaggiore.Com non dimentica

di Michele Antonucci

Il 13 aprile 2020 ricorre l’anniversario della morte del Prof. Nicola Bellantuono, avvenuta il 13 aprile 2011, precisamente il medico galantuomo è tornato alla casa del Padre nella notte tra il 12 ed il 13 aprile del 2011.
Fu chirurgo, uomo di scienza e rettitudine morale, nonché Primario del Reparto di Chirurgia Generale e Direttore Sanitario dell’Ospedale “San Giacomo” di Torremaggiore. E’ stato anche libero docente universitario. Fu anche figlio spirituale di Padre Pio. Operò negli ultimi anni di vita presso la Clinica San Francesco di Foggia e fu tra l’altro Libero Docente in Patologia Speciale Chirurgica presso l’Università di Napoli, Specialista in Chirurgia Generale, Specialista in Chirurgia Vascolare, Specialista in Urologia e già Primario di Chirurgia e Direttore Sanitario nel nostro glorisoso Ospedale San Giacomo. Affinchè il ricordo sia sempre vivo, commemoriamo questo nostro concittadino illustre. Non risultano ad oggi commemorazioni ufficiali effettuate a Torremaggiore per ricordare questo illustre figlio.

In occasione del nono anniversario della dipartita del Prof. Nicola Bellantuono lo Staff di Torremaggiore.Com ha richiesto al Dott. Walter Scudero, suo strettissimo anestesista nelle sale operatorie dell’Ospedale San Giacomo di Torremaggiore (Fg) un suo ricordo su questa grande figura. Lo ringraziamo per averci dato l’opportunità di questo ricordo speciale.

– Ingresso storico dell’Ospedale San Giacomo –
– archivio fotografico Torremaggiore.Com – 2010

IL PROF. NICOLA BELLANTUONO UN MAESTRO E UN ESEMPIO A 9 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA – il ricordo del dott. Walter Scudero

E’ con questa frase autografa e densa di significato, appartenente agli scritti del Prof. Nicola Bellantuono, che voglio iniziare questa mia breve memoria su di lui. Oggi è il 13 aprile, e sono ormai trascorsi nove anni dacché egli non è più.

Caro Professore! … Fui accanto a lui, come anestesista, per 16 anni: dal 1976 sino al 1992, anno dopo il quale egli lasciò il San Giacomo di Torremaggiore. Rammento ch’ero solito dire di lui che la sua semplicità, la sua modestia e la sua inerme e sorridente affabilità – che conquistavano chiunque lo avvicinasse mentre, nel contempo, destavano, nei suoi confronti, un atteggiamento riverenziale di cui egli si schermiva – erano assimilabili a quelle di un bimbo, ma, come chirurgo, al tavolo operatorio, pur non venendo meno, tali doti acquisivano, come d’incanto, per perizia, intuito, coraggio decisionale ed alta professionalità, un aspetto nettamente superiore, un carattere ed una forza tali che, scherzosamente io le assimilavo a quelle proprie di un mitico e benefico … drago.

I Medici dell’Ospedale San Giacomo di Torremaggiore, il cuore pulsante del nosocomio locale
GRAZIE A TUTTI PER QUELLO CHE AVETE FATTO PER L’INTERA COLLETTIVITA’
– ottobre 1987 – www.torremaggiore.com

Nei miei ricordi, lo rivedo, nei momenti più difficili di sala operatoria – di quelli che avrebbero convinto altri a desistere – appartarsi per qualche attimo presso la piccola finestra interna della sala attigua, orientata sul tabernacolo della sottostante cappella ospedaliera di Santa Maria degli Angeli, e poi tornare, motivato più di prima, a riprendere alacremente il suo lavoro. Nelle lunghe notti trascorse assieme, talvolta, in sala operatoria, accadeva che, terminati gli interventi presso l’alba, prendendo assieme un caffè (per lui sempre allungato e piuttosto scarso …), egli fosse più disponibile del solito, vincendo la sua naturale riservatezza, a narrare a noi giovani colleghi, di alcuni episodi della sua vita accanto a Padre Pio. E ricordo, fra l’altro, che ci riferiva come fosse stato proprio Lui, suo padre spirituale, a consigliargli, quando gli si era rivolto per avere il suo parere circa la specialità da intraprendere dopo la laurea, di diventare chirurgo; il Frate gli aveva detto: “Fa’ quella specializzazione dove devi usare bene le mani”, intendendo appunto la Chirurgia: da χείρ (chéir) = mano ed ἔργον (érgon) = opera. E tutti riconoscevano, al Professore, che dietro quelle sue mani esperte ed instancabili, vi fosse il Padre. Alle volte, la sua modestia, pur non disgiunta da una caparbia volitività nell’operare il bene, poteva apparire, a chi non avesse ancora imparato a conoscerlo, addirittura disarmante. Ricordo, in proposito, che, quando, dovendo iniziare la mia attività ospedaliera presso il Servizio di Anestesia e Rianimazione, andai a trovarlo, essendo egli direttore sanitario del nostro nosocomio, mi accolse con gioia: “ Di anestesisti ve n’è grande bisogno” mi disse, e poi, soggiunse: “Io non riuscirei a svolgere tale specialità, essa può far vivere, in chi la espleta, momenti di grande preoccupazione … Ma tu, fa’ come me, nei momenti bui confida sempre nel Signore”. E queste affermazioni, venendomi da un Chirugo con la ‘C’ maiuscola qual era lui, suscitarono in me un vero disorientamento; fu il primo grande esempio ed insegnamento di modestia che egli, inconsapevolmente, nella sua limpida sincerità, mi diede, e viepiù considerando come, per un giovane medico quale io ero allora, il suo porsi così franco ed aperto, m’appariva di assoluta unicità ove confrontato con la supponenza di altri colleghi che mai si sarebbero sognati di parlarmi così.

Sala Operatoria dell’Ospedale San Giacomo di Torremaggiore dedicata al Prof. Nicola Bellantuono, realizzata nel 1998 e dismessa dal secondo semestre 2010 – www.torremaggiore.com –

Tanto in ospedale che anche, in seguito, frequentandolo assiduamente, ebbi poi modo di attingere alla sua fede fervente ed alla sua alta spiritualità, in vari momenti, felici o difficili, della mia vita, mostrandomisi egli padre, fratello, amico. Pur esulando dall’esaltare le sue luminose capacità professionali e le doti naturali, proprie della sua condotta integerrima ed adamantina di galantuomo, aspetti unanimemente noti ed apprezzati, avrei tanto ma tanto ancora da narrare del Prof. Bellantuono, come, ad esempio, di quella volta – era il marzo del 1983 – che un paziente adolescente, nella immediata fase post-operatoria di una peritonite generalizzata da appendicite acuta perforata, trattata tecnicamente senza particolari problemi sotto il profilo chirurgico e anestesiologico, presentò una grave triplice complicanza: emoperitoneo, ittero e melena, inattesi quanto, francamente, sproporzionati al caso. L’emoperitoneo impose la riapertura della cavità addominale, che non evidenziò una fonte certa di emorragia, se non delle soffusioni emorragiche che vennero opportunamente trattate. A 7 ore dal reintervento, comparve ittero ingravescente che, trattato con terapia di sostegno, regredì. Dopo 72 ore dall’ittero si ebbe la comparsa della melena. Nel corso del trattamento di quest’ultima, imputabile ad una gastrite erosiva disseminata (verosimilmente da duplice stress operatorio in adolescente), il paziente versava ormai in condizioni precarie. Alle ore 4 di mattina, al suo capezzale, c’eravamo un po’ tutti: chirurghi, anestesisti, clinici medici, radiologi, analisti, infermieri. Il caso si orientava al peggio … Il Professore, particolarmente provato, aveva, nel viso quell’espressione che altre volte gli avevo osservato nelle occasioni disperate. Fu allora che lo vedemmo dirigersi dal reparto alla sala operatoria; noi, i più vicini a lui, sapevamo bene dove fosse diretto … alla finestrella sul tabernacolo.

Tornò, dopo circa mezz’ora, ed aveva – era strano a dirsi, considerando la circostanza – il viso sorridente. Ci disse, ricordo, lasciandoci esterrefatti: “Non preoccupiamoci, il caso s’è già risolto”. E fu ciò che avvenne: in poche ore, nel corso del mattino successivo, il caso si risolse. Sia ben chiaro, non intendo dire ch’egli operò, in quell’occasione, un miracolo; lui ci metteva la preghiera e la fede e vi era Chi … un miracolo, poteva operarlo …

Oggi, in particolare, nell’attuale circostanza della pandemia di coronavirus che stiamo vivendo, questo esempio di fedeltà cristiana che, a volte, richiede un ‘salto nel buio’, ci sarebbe quanto mai d’aiuto, ove decidessimo di seguirlo.

Soprattutto a riguardo della sua spiritualità e della sua forte tempra di credente e di mistico, potrei richiamare alla memoria e narrare, del Prof. Bellantuono, non pochi episodi, ma non sarebbe questa la sede; anzi, conoscendolo bene, penso ch’egli neppure lo vorrebbe. Per l’affetto intramontabile che mi lega a lui, aprirò lo ‘scrigno’ dei miei ricordi a tempo debito … quando ciò potrà essere messo al servizio di un … grande fine …

Walter Scudero13 aprile 2020

PER NON DIMENTICARE IL PROF. BELLANTUONO, IL RICORDO DEL COMITATO SALUTE ALTO TAVOLIERE DELLA PUGLIA

Oggi 13 aprile 2020 ricorre il nono anniversario della dipartita del Prof. Nicola Bellantuono, noto come il ” medico galantuomo”. Fu un grande uomo di scienza ma soprattutto una persona integerrima, di grande rettitudine morale e religiosa, fu esempio per tutti di dedizione e sacrificio a servizio degli ammalati. Fu altresì anche figlio spirituale di Padre Pio. Una personalità forte, autorevole e largamente stimata che ha contribuito a fare la storia dell’Ospedale San Giacomo di Torremaggiore, dal 1966 alla seconda metà degli anni Novanta. Nel 1992 scriveva Don Amedeo Pensato nel suo libro Storia di Torremaggiore: “Il Prof. Nicola Bellantuono che opera nel nostro Ospedale è un valentissimo chirurgo,uomo di grande levatura morale e religiosa, esempio per tutti di dedizione e sacrificio a servizio degli ammalati, noto,amato e altamente apprezzato in tutta la Capitanata.” Il 14/04/2011 in occasione della sua dipartita Giorgio Barassi sul sito dauniacom.it scrisse questo commento : “Ha regalato un sorriso agli ammalati, ha curato ed operato senza fare distinzione alcuna : i suoi pazienti erano semplicemente persone che avevano bisogno del suo aiuto”.

Torremaggiore gli deve tanto e il ricordo delle istituzioni locali e della società civile dal 2011 ad oggi è stato pressocchè risibile nella sua interezza. Non ci riconosciamo in questa visione. Come Comitato abbiamo programmato dal quarto trimestre del 2019 delle iniziative pubbliche che avremmo realizzato a partire dal 24 maggio 2020 in occasione dell’85° anniversario della nascita del San Giacomo; al termine dell’emergenza da Covid-19 riprenderemo il percorso che avevamo tracciato, perchè mai come oggi è d’obbligo ricordare tutte le figure mediche che si sono distinte a Torremaggiore per tutelare e per salvare le vite umane delle nostra collettività, partendo dal Prof. Ciaccia e dal Prof. Bellantuono. Dobbiamo salvaguardare la nostra identità locale valorizzandola al meglio per mantenere sempre vivo il ricordo. Basta con l’indifferenza dilagante!

Michele Antonucci
Presidente del Comitato Salute Alto Tavoliere della Puglia

Torremaggiore.Com Notizie 13/04/2020 ore 00.30