Il 23 novembre 1757 nasceva a Torremaggiore Nicola Fiani, Martire della Rivoluzione Partenopea del 1799. Torremaggiore.Com vuole ricordare la breve storia di questo concittadino. Il Dizionario Biografico degli Italiani curato dall’ Istituto dell’Enciclopedia Italiana scrive quanto segue:
Nicola Fiani nacque a Torremaggiore il 23 nov. 1757 da Giuseppe e Marianna Maffei. Nel paese natale, feudo del principe Raimondo Di Sangro, restò fino agli anni della prima fanciullezza. Poi la famiglia, di buona tradizione borghese, lo avviò giovanissimo allo studio delle lettere e della filosofia. Trasferitosi a Napoli, anziché scegliere la strada del diritto o della letteratura, il Fiani imboccò la strada delle armi. Frequentò la scuola militare, raccogliendo ottimi risultati. Nel 1775 entrò nell’esercito e, diventato ufficiale di cavalleria, fece una carriera molto brillante. Nei primissimi anni Novanta il Fiani stabilì sempre più frequenti contatti con esponenti radicali e giacobini tanto a Napoli quanto in Puglia, dove nacquero alcuni nuclei cospirativi di ispirazione giacobina. Proprio il Fiani è annoverato tra i promotori del giacobinismo in Puglia.
Nei primi giorni del gennaio 1794 , su denuncia di un prete pugliese, P. N. Patarini di Gioia del Colle, furono tutti inquisiti i membri della Società patriottica e il Fiani finì a Castel Sant’Elmo il 26 marzo 1794. I familiari ed in particolare la madre riuscirono ad ottenere il suo proscioglimento e a strapparlo dalle mani del carnefice: dopo alcuni mesi di carcere, nel gennaio 1795 riebbe la libertà. Fu persino riammesso nella guardia del corpo del re, ma ritornò quasi subito all’attività cospirativa. Nel marzo di quell’anno alcuni giacobini cercarono di attuare un progetto rivoluzionario teso alla deposizione di Ferdinando IV e alla proclamazione della repubblica. Nella nuova congiura erano coinvolti molti esponenti del mondo provinciale presente a Napoli e in particolar modo il Fiani. Si avanzò anche il progetto di un regicidio. Anche in questa occasione le delazioni e i tradimenti fecero naufragare i propositi cospirativi e ben 259 persone finirono in carcere; il Fiani fu di nuovo arrestato il 5 maggio del 1795. Questa volta restò in carcere fino alla fuga dei reali da Napoli nel dicembre del 1798. Certamente egli non rientrò nell’indulto del 25 luglio ’98 con il quale furono liberati tutti i detenuti per i reati politici; essendo un ufficiale era stato condannato per reati punibili dal codice militare.
Il 3 gennaio 1799 il Fiani fu designato capo legione della guardia nazionale, ma solo dopo pochi giorni gli veniva riconosciuto il grado di capitano comandante: quando successivamente il generale Federici riordinò la la cavalleria dell’armata repubblicana, fu assegnato al secondo reggimento. Le sue capacità organizzative gli permisero ben presto di ottenere l’incarico di aiutante di campo del generale Gabriele Manthoné (nato a Pescara) Ministro della Guerra della Repubblica napoletana, ed egli si dedicò ad una importante opera di raccordo tra l’esercito e la struttura statale.
Nei primissimi giorni di vita della repubblica fu profondamente turbato dall’uccisione del fratello Giambattista (12 febbraio 1799), avvenuta alla presenza della madre da parte della plebaglia realista a Torremaggiore. Negli ultimi giorni della Repubblica il Fiani, al seguito del generale Manthoné, partecipò alla difesa di Castel Sant’Elmo. Dopo la capitolazione, fu trasferito con numerosi altri patrioti sulle navi straniere ancorate nella rada del porto di Napoli e il 3 agosto, dopo la violazione degli accordi stipulati con il cardinale F. Ruffo, con il fratello Onofrio e con decine di altri repubblicani, fu trasferito nelle tetre galere di Castelnuovo. Difesosi davanti alla giunta di Stato, il Fiani fu ingannato da V. Speciale, componente della stessa, che, appellandosi a vecchi rapporti di amicizia, finse di volerlo alutare. In realtà, l’implacabile giudice siciliano, ottenuta la confessione del Fiani, lo fece condannare sibito dopo (26 agosto) alla pena capitale e alla confisca dei beni. Dopo l’esecuzione, avvenuta il 29 agosto 1799, il corpo del Fiani fu dilaniato da una folla inferocita.
E’ abbastanza singolare che in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia la sua città natale non abbia organizzato alcun evento per ricordare questo concittadino che è stato inserito tra i martiri della libertà italiana compresi tra il 1794 ed il 1848…
Chi era Nicola Fiani sul sito La Voce del Fiani
Chi era Gabrile Manthonè su Wikipedia